Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/99


I DUE GEMELLI VENEZIANI 93

Dottore. (Ah donna senza giudizio, se fosse viva, la vorrei scorticare). (da sè) (Colombina, per amor del cielo, non dir nulla di quello che sai. Sta cheta, e farò tutto per te e per i tuoi vantaggi). (piano a Colombina)

Colombina. (Oh certo, tacerò, e mi lascerò maltrattare). (piano al Dottore)

Rosaura. Dunque, signor padre...

Dottore. Orsù, oggi si aspetta il vostro sposo, il signor Zanetto Bisognosi, figlio di quel famoso mercante veneziano che chiamavasi Pantalone, il quale è stato allevato a Bergamo da suo zio Stefanello, ed è uno de’ più ricchi mercanti di Lombardia.

Colombina. Ricordatevi che anch’io mi ho a maritare con il suo servo. Così m’avete promesso.

Dottore. (Benissimo, lo farò, ti contenterò: purché tu taccia). (piano a Colombina)

Colombina. Fate bene, se volete ch’io taccia, a turarmi la bocca col matrimonio.

Dottore. Quant’è, Rosaura, che non hai veduto il signor Pancrazio?

Rosaura. Oh, lo vedo spessissimo.

Dottore. Egli è un grand’uomo di garbo!

Rosaura. Certo che sì; non cessa mai di darmi de’ buoni consigli.

Dottore. Fin ch’io vivo, non lo lascio uscire di casa mia.

Rosaura. Fate bene. È un uomo che può molto giovarvi.

Colombina. Quanto a me, con vostra buona grazia, lo credo un bel birbone.

Dottore. Taci, mala lingua. Che motivo hai tu di parlare così?

Colombina. So io quel che dico. Non mi voglio spiegare.

SCENA III.

Brighella e detti.

Brighella. Sior padron, siora padrona, è arrivado in sto ponto el sior Zanetto da Bergamo; l’è smonta da cavallo, e l’è alla porta che el parla, con uno che l’ha compagnà.