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LA BUONA MOGLIE 573

Ottavio. Dodici zecchini fanno trentatrè ducati d’argento, e non trentadue. I zecchini era tutti di peso.

Brighella. El scambia monede non ha da vadagnar gnente?

Ottavio. Che! Anco si paga per cambiar le monete?

Brighella. Siguro. El xe un mistier a parte, anzi l’è un mistier più bello dei altri. Chi negozia, chi investe, rischia el capital, ma chi cambia monede, tira el pro, senza che el capital se parta dal banco.

Ottavio. Gran bella industria dell’uomo! Gran sottigliezza della natura umana! Tira avanti quel tavolino, e dammi una sedia.

Brighella. La servo subito. (tira avanti il tavolino e la sedia)

Ottavio. Trentadue ducati d’argento fanno più figura di dodici zecchini. (si pone a sedere a tavolino)

Brighella. Sala chi ghe xe da basso?

Ottavio. Chi mai? Qualcheduno che vuol danari? Digli che non ci sono.

Brighella. Poi esser che quella persona voggia dei bezzi, ma credo che la ghe ne daria volentiera.

Ottavio. Chi è? Dimmelo.

Brighella. Una donna.

Ottavio. Una donna? (con allegria) È forse Bettina?

Brighella. No la xe Bettina, la xe siora Catte so sorella.

Ottavio. Venga, venga. Averà qualche buona nuova da darmi.

Brighella. (Vardè! L’è miserabile; el gh’ha sti quattro soldi mal acquistai, e l’è capace de buttarli via per cavarse un capriccio. E pò, do lirette de carne de manzo). (da sè, e parte)

SCENA xin.

Il marchese Ottavio, poi Catte, e poi Brighella.

Ottavio. Con tre T si fa tutto. Tempo, testa e testoni. Le donne si vincono o colle monete, o colla servitù.1 Bettina è stata inflessibile da fanciulla, non lo sarà forse da maritata.

  1. Sav. e Zatta: Le donne non provviste conforme al genio o al bisogno, d’ordinario alla fine, se non si vincono, si pongono però ad un gran cimento o con le monete, o colla servitù.