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LA BUONA MOGLIE | 569 |
promesso, vogio mantegnir: vogio muar vita. Se seguitava sta strada, la giera el mio precipizio. Ringrazio el Cielo, che m’ha illumina. Ringrazio mio pare, che m’ha dà la man per tirarme fuora da un laberinto, dal qual da mia posta no me podeva mai liberar.
SCENA VIII.
Lelio e detti.
Lelio. Pasqualino, che diavolo fate? Siamo nell’orto che v’aspettiamo e voi non venite?
Pasqualino. Caro amigo, lasseme star. (confuso)
Lelio. Che cosa avete? Vi ha ritrovato vostro padre?
Pasqualino. Pur tropo el m’ha trova.
Lelio. Vi avrà dato una potentissima gridata.
Pasqualino. No, noi m’ha cria, el m’ha parla con amor. Gh’ho promesso de muar vita. Bisogna che vaga con elo.
Lelio. Come! Pianterete così la conversazione? Vi par questa una azione da galantuomo? Quei buoni amici vi aspettano; le donne vi sospirano; e voi avrete sì poca creanza di non venire, di burlarci e di mancar di parola?
Pasqualino. Mio pare m’ha dito e m’ha fato tocar con man, che l’ostaria no la xe da persone civili.
Lelio. Vostro padre è un vecchio pazzo. Quand’era giovine, non diceva così. All’osteria vi vanno cavalieri, titolati, nobili, cittadini1, di tutti i ranghi, di tutte le condizioni; e non si perde niente, quando si spendono i suoi quattrini onoratamente.
Pasqualino. Sì, ma co quela sorte de zente?
Lelio. Sono due galantuomini; sono due donne proprie e civili. Ma lasciamo andar queste istorie. Se vedeste come ballano quelle due ragazze; fanno proprio cader il cuore per dolcezza. Che brio! che grazia! Quella poi ch’era presso di voi, va dicendo: Dov’è Pasqualino, dov’è il mio caro Pasqualino?
- ↑ Allude all’ordine dei Cittadini o Segreta