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LA BUONA MOGLIE 547

Beatrice. Non sapete giocare.

Ottavio. Eh, qui dentro non v’è nissuno. Va. (come sopra)

Beatrice. Va sei zecchini. Pasqualino, metteteli su.

Pasqualino. E ela?

Beatrice. Non mi voglio scaldare con mio marito. Metteteli voi.

Pasqualino. Va al quarto do sie zechini.

Ottavio. Ecco il quarto, avete perso.

Pasqualino. Oh maledeto do!

Ottavio. Va il quinto.

Pasqualino. Dov’elo el quinto?

Ottavio. Ne metterò dentro uno.

Pasqualino. Sì ben. Va do a diese zechini. (il Marchese mette un due nel mazzo, e sfoglia)

Ottavio. Siete sfortunato. Ecco il quinto due.

Pasqualino. Va il sesto.

Ottavio. No, basta così. Vedo che vi scaldate. Non voglio che perdiate troppo. Un’altra volta giocherete con più fortuna. (si alza)

Pasqualino. Maledeto do.

Beatrice. Anch’io ho perso per conversazione.

Pasqualino. Cossa disela de quel do? El quarto do, el quinto do.

Ottavio. Accidenti del gioco.

Pasqualino. E tuti i me toca a mi. Perdo sempre. Ah, nua mugier dise ben! No ziogar, che ti perderà la camisa.

Ottavio. Questa che avete fatto con me, non è perdita che vi possa incomodare.

Pasqualino. Uno e do tre, e quattro sette, e sie tredese, e diese, vintitrè zechini in un tagio, no xe poco.

Ottavio. Almeno li avete persi con un Cavaliere; almeno potrete dire: ho giocato a tavolino col marchese di Ripaverde. (parte)

Pasqualino. Da qua diese zorni la me li darà, n’è vero, i mii dodese zechini? (alla Marchesa)

Beatrice. Ve li darò. Di che avete paura? Non è poco onore per voi l’aver prestato denari ad una dama mia pari. Potrete gloriarvi di aver fatto un piacere alla marchesa di Ripaverde. (parte)