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LA BUONA MOGLIE | 545 |
Verrò con voi, e se vorrà fare la pazza, ecco, lo vedete? Quest’è il rimedio per farle far giudizio. (mostrando il suo bastone, e parte)
SCENA XIV.
La marchesa Beatrice e Pasqualino.
Pasqualino. Sior Lelio me va metendo suso, che bastona mia mugier, ma mi no gh’ho cuor. Poverazza! Cossa me fala? No vedo l’ora d’andar a casa e de far pase co ela, e de dar un baso al mio putelo, che ghe vôi tanto ben.
Beatrice. So che Pasqualino è un giovine di buon cuore, che ha dell’amore per la nostra casa, onde vorrei che mi faceste un piacere.
Pasqualino. La me comanda pur in quelo che so bon.
Beatrice. Vorrei comprarmi un abito, senza che lo sapesse mio marito. La mia mesata non me la darà che da qui a dieci giorni, onde intanto vorrei che mi prestaste dodici zecchini, che subito ve li renderò.
Pasqualino. Patrona: me maravegio, la se serva1, anzi mi gh’ho ambizion a servirla. (le dà i dodici zecchini)
Beatrice. Da vero che vi son obbligata.
Pasqualino. Gh’ho tante obligazion con ela: possio far de manco?
Beatrice. Siete un giovine molto proprio. Veramente pareva impossibile che foste figlio d’un servitore.
SCENA XV.
Il marchese Ottavio e detti.
Ottavio. Oh, che si fa? Si gioca?
Pasqualino. Lustrissimo. (si alza)
Ottavio. No, state fermo; non vi movete. (si accosta alla moglie, che gli dà in mano sei zecchini)
- ↑ Sav. e Zatta: la servo.