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LA BUONA MOGLIE | 543 |
parole di donna Pasqua mia madre, che doveva sostenere di esser figlio del signor Pantalone, fino che la cosa fosse stata meglio provata, e non perdere così placidamente uno stato comodo, per acquistarne un peggiore. Ma io che aveva dell’aborrimento per quel vecchio, che mi voleva mandar prigione, e non voleva che vivessi a modo mio, l’ho rinunziato volentieri, e ho creduto di poter meglio passarmela col barcaruolo.
Beatrice. Che fa messer Menico?
Lelio. Credo sia a un traghetto. Dappoichè è stato licenziato di qua, non ha più voluto servire.
Beatrice. Ma voi non istate con lui?
Lelio. Non mi ha voluto riconoscere per figlio, onde adesso son senza padre. Finchè è vissuta mia madre, mi ha assistito, ma poverina, per mia disgrazia è morta.
Beatrice. E voi che mestiere fate?
Lelio. Sinora non ne fo nessuno.
Beatrice. Non volevate fare il barcaruolo?
Lelio. Voleva farlo. Mi son provato, e non ci riesco; e poi chi è avvezzo a non far nulla, fatica per un poco e s’annoia presto.
Beatrice. Pasqualino è stato più fortunato. Sono stata causa io della sua fortuna.
Pasqualino. Mi certo ghe so obligà a sta zentildona, che la m’ha fato aver la mia Betina.
Beatrice. Figliuoli, vorrei darvi un poco di divertimento. Volete giocare?
Pasqualino. Mi ghe ne so poco, ma ziogherò.
Lelio. Lasci dire, signora Marchesa, che Pasqualino gioca perfettamente.
Beatrice. Rosina, Angiolina, Brighella, Pasquale, Filiberto, diavolo: di tanti mangiapani non ve n’è uno. Faremo da noi. Lelio, Pasqualino, tirate avanti quel tavolino e quelle sedie.
Pasqualino. Subito la servo.
Lelio. Signora Marchesa, fa male tener tanti servitori. Sarebbe meglio tenesse Brighella solo.
Beatrice. Perchè?