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Cavaliere e del Cittadino: io lascerò tutte queste immagini impresse, come elle sono perfettamente nell’animo di chiunque ha l’onore di conoscervi, e degli amici vostri singolarmente, che ne sono gli ottimi conoscitori, ne mi farò lecito d’appressare la mano a quel velo, con cui così gelosamente volete voi ricoprirle.
Io però che mi confesso non abituato così fino e squisito modo di pensare, non senza interno rincrescimento mi adatto a nascondere altrui in questo incontro quanto sia pregevole per le sue tante e così distinte condizioni quell’umanissimo Padrone, che si degna di riguardarmi con benignità e con amore. Accerto l’E. V. che solo in qualche parte mi consola l’ubbidienza che le presto in tal congiuntura. Accordatemi però. Eccellentissimo Signore, il favore che umilmente vi chiedo, e permettetemi ch’io possa, lo dirò semplicemente, porre in fronte ad una delle mie Opere il vostro veneratissimo nome, concedendomi ch’io vi baci devotamente le mani.
Di V. E.
Torino, li 8 di Maggio 17511.
Umiliss. Devotiss. ed Obbligatiss. Serv. |
- ↑ Questa data si legge solo nell’ed. Bettinelli, II (1751), dove fu stampata per la prima volta la presente lettera di dedica.