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LA PUTTA ONORATA 495

Lelio. Quando voleseu1 che andesemo2 a vogar in palugo?

Menego. Sala voghesar? (come sopra)

Lelio. Una volta ghe xera bravo.

Nane. Oh che caro papagà!

Lelio. Quanto che me piaseu! Me lasseseu3, che me sia sentao?

Menego. Mi lasso che ve comodar. (Lelio siede)

Lelio. Caro vecchio, dasemene un altro fiao. (torna a bere)

Nane. Comodeve, compare4 desnombolao.

SCENA XVI.

Una spia va dagli sbirri e accenna aver scoperto Lelio. Essi vanno per prenderlo. I barcaruoli lo difendono; e col boccale, coi sassi e colla banca fanno fuggire gli sbirri, dicendo: Via, cagadonai. Via, lassèlo, furbazzi, dai, ecc. Dopo fuggiti gli sbirri:

Nane. Vittoria, vittoria.

Lelio. Bravi, bravi, ve ghe son obligao.

Menego. E viva nu.

Tutti. E viva i barcarioli, e viva.

SCENA XVII.

La marchesa Beatrice mascherata cogli abiti di Bettina, Bettina con quelli della Marchesa in bauta, e il Servitore col lampione escono dal teatro.

Bettina. Perchè mai hala volesto far sto barato? Mi sti abiti no li so portar.

Beatrice. Siamo state vedute da mio marito: mi sono accorta che ci ha conosciute, e per questo, serrato il palco dinanzi, ho fatta la mutazione degli abiti.

Bettina. Mo perchè?

Beatrice. Il perchè lo saprete poi.

Bettina. Mia sorela dove xela andada?

  1. Bettin.: volseu.
  2. Bettin.: andesimo.
  3. Sav. e Zatta: lasseu.
  4. Sav. e Zatta: comparo.