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LA PUTTA ONORATA | 467 |
zorno la me diga de sì. Chi sa? Le donne le gh’ha certi momenti, certi ponti de stella1, che no le pol2 dir de no, anca che le voggia. Tutto sta a conoscerli. Ma mi, che son volpe vecchia, anderò tastando, e una volta che troverò tenero, ghe impianto3 subito l’anello matrimonial. (parte)
SCENA XIX.
Strada.
Il marchese Ottavio e Brighella.
Brighella. Caro signor padron, no so cossa dir. Ho fatto de tutto, ma non ho fatto niente. Bettina la xe ostinada, e so sorella, che saria una donna de giudizio, no la poi far far Bettina a so modo. A le curte, in casa no se pol andar.
Ottavio. Se non vagliono le finezze, mi valerò della forza. La rapirò.
Brighella. Questa xe la più facile per aver el so contento. Za, secondo quel che la m’ha comanda, ho trova i omeni, e i xe in barca che i n’aspetta. Poco ghe manca a la sera; se la vol, andemo, e destrighemose avanti che la ne scampa.
Ottavio. In questa occasione avrei meco volontieri condotto un certo Livornese, che per menar le mani vale un Perù. Egli ha bastonato fieramente quel vecchio temerario di Pantalone.
Brighella. Oh bravo, gh’ho gusto da galantomo.
Ottavio. Se si potesse rinvenire, sarei contento della sua compagnia.
Brighella. Xelo quello, che ha parla al caffè con Vussustrissima.
Ottavio. Appunto quello, a cui ho date le due doppie.
Brighella. La lassa far a mi, che se lo vederò, lo farò andar in barca.
Ottavio. Vanne subito, che anch’io, per non dar sospetto, verrò per altra parte.
Brighella. La dise ben. Ghe la faremo veder a sta pettegola, (parte)