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LA PUTTA ONORATA 447

SCENA VI.

Il marchese Ottavio e Pasqualino.

Ottavio. Vecchio pazzo, senza giudizio. Ora son più che mai impegnato. La voglio vedere, se credessi di rovinarmi. Lo farò bastonare. Dimmi, vuoi tu veramente bene a Bettina?

Pasqualino. La se imagina! No ghe vedo per altri ochi, che per i soi.

Ottavio. La desideri per moglie?

Pasqualino. Piutosto sta sera, che domatina.

Ottavio. E bene, va subito alla casa di lei, sposala e conducila a casa mia. Lascia poi a me la cura d’accomodar ogni cosa.

Pasqualino. Ma, la vede ben...

Ottavio. Non replicare, non perder tempo.

Pasqualino. Ghe xe un’altra difficoltà...

Ottavio. Non voglio sentire difficoltà.

Pasqualino. Ma, se Betina no vol...

Ottavio. Che non vuole? E tu hai d’avere soggezione d’una donna? Le donne si fanno fare a nostro modo.

Pasqualino. Ma la xe una puta...

Ottavio. Putta o non putta, è l’istesso. Va là, sposala subito: conducila a casa, o a te pure darò un carico di bastonate.

Pasqualino. Bastonae?

Ottavio. Sì, bastonate.

Pasqualino. Vago subito.

Ottavio. E fa la cosa con risoluzione.

Pasqualino. Sfazzadon, càzzete avanti1.

Ottavio. Diavolo! La gioventù de’ nostri dì non ha bisogno di questi stimoli.

Pasqualino. Se gh’ho da dir la verità, son inamorà; ma son un poco poltron. (parte)

  1. Fa lo sfacciato, datti animo.