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LA PUTTA ONORATA 445

Pantalone. El vostro diavoleto, che ve strassina.

Pasqualino. Com’ela?

Pantalone. Come ve la digo.

Pasqualino. A mi?

Pantalone. A vu.

Pasqualino. Noi me la vol dar?

Pantalone. No ve la voggio dar.

Pasqualino. Ghe lo dirò a sior Marchese.

Pantalone. Diseghelo anche a sior Conte, che no ghe penso.

Pasqualino. Vare che sesti!

Pantalone. Vare che casi!

Pasqualino. No la xe vostra fia.

Pantalone. E gnanca la sarà to muggier.

Pasqualino. Anca sì?1

Pantalone. Anca no?2

Pasqualino. Sior Pantalon, la se varda da un desperà.

Pantalone. Eh via, sior sporco, che i omeni de la to sorte me li magno in salata. Siben che son vecchio, me bogie el sangue in tel stomego, e la gamba ancora me serve per recamarte el canaregio3 de peae4.

Pasqualino. A mi peae?

Pantalone. A ti, tocco de furbazzo.

Pasqualino. Sangue de diana! (si morde il dito, minacciandolo)

Pantalone. Co sta mula5 te voggio romper i denti. (gli vuol dare con una pianella)

SCENA V.

Il marchese Ottavio e detti.

Ottavio. Olà, buon vecchio, portate rispetto a quel giovine, che è mio dipendente.

  1. E che sì.
  2. Calci.
  3. Canaregio  1 ,disse uno, è il viso sotto. Fare un viso di sotto, quando stilla quel che nel ventre smaltito si serba  2
    1. In tutte le edd. di Goldoni ti trova stamp. Canareggio.
    2. Certo allude l’autore alla tradizione popolare che il nome di Cannaregio, sestiere di Venezia, vuol derivare da canal regio.
  4. Sav. e Zatta qui e sopra senza l’interrogativo.
  5. Pantofola.