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ALLA VEDOVA SCALTRA 389

Prudenzio. Non vi siete punto avvilito per questa critica?

Polisseno. Non sono audace per insuperbirmi, nè vile io sono per atterrirmi. Fo il mio dovere, e aspetto di piè fermo nell’arringo il nemico. Ma che! inimicizia fra due Poeti che scrivono non per la gloria, ma per il lucro? Frascherie, frascherie. Chi ha giudizio, riderà più di noi, che della Commedia. Critiche? Pane quotidiano, e non critiche. Chi ha volontà di vivere allegramente, e con poca fatica, scriva per i Teatri, ma scriva da uomo, non da ragazzo. (parte)

Prudenzio. Il Signor Polisseno è partito, ed io pure me ne anderò. Veramente, s’egli si scalda un poco, lo compatisco. Ha egli il merito d’aver introdotto il buon gusto delle Commedie, ed ora lo vorrebbono gettar a terra. Ma non sarà, non sarà; a Venezia gli vogliono bene; a Venezia si fa Giustizia. Critiche? Foco di paglia, foco di paglia.

Fine del Prologo.