Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
384 | PROLOGO APOLOGETICO |
dotta questa Commedia in italiano, e rappresentata dagl’Accademici Fiorentini, i Francesi e gl’Inglesi tutti parlano italiano, e gli uditori si figurano di sentirli parlare nelle loro materne lingue, come figurasi nella mia Commedia, che tutti parlino nel proprio loro linguaggio, in italiano tradotto; e ciò per la più comoda intelligenza di chi l’ascolta, per non far scomparire il personaggio con parole stroppiate, e per non mettere soverchiamente in ridicolo le nazioni. Ciascuno si lusinga di parlar bene; niuno ha piacere di sentirsi burlare, siccome non v’è nisssun Inglese, che abbia piacere sentirsi da un barcarole chiamar col nome di Panimbruo. Questa parola vuol dir Eretico: sulla scena non si parla così. Evvi, oltre ciò, una ragione per la mia Commedia, che non s’adatta alla Scuola delle Vedove. Io introduco un Cameriere inglese ed una Cameriera francese, la quale non sostiene il carattere per tenere le mani in fianco come i manichi di pignatta, ma con sentimenti propri di quella nazione. Se avessi io introdotte le lingue straniere, l’Inglese doveva parlar col suo cameriere in una maniera che chi non sa quella lingua non l’averebbe capito; così incontrandosi con la donna, il Francese avrebbe dovuto servirsi del suo linguaggio, da tutti non perfettamente capito. Ma il bravo Critico ha conosciuto lo scoglio e lo ha bravamente schivato; anzi, per non mettere in impegno nè l’Inglese, nè gli altri due nazionali, di parlar nelle loro lingue, li ha fatti venir di Livorno in una nave, senza un servitore. Tre cavalieri senza un servitore? Ma saranno gente di basso rango e di poche monete, mentre persone nobili e ricche non fanno il viaggio di Livorno a Venezia per mare, in cui vi vogliono ordinariamente due mesi e talvolta più, dovendo far la nave il giro di quasi tutto lo stivale d’Italia, in tempo che in cinque o sei giorni si vien per terra da Livorno a Venezia. Il Critico ha poco viaggiato; il Critico non ha osservato la Carta Geografica.
Prudenzio. Queste vostre ragioni mi persuadono, e spero persuaderanno quelli che sono di savio discernimento. Ma un’altra critica vi è più forte, dalla quale non so come vi riuscirà