Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/383


LA VEDOVA SCALTRA 373

Rosaura. Assicuratevi che sono dettate dal cuore.

Marionette. (Egli se l’ha tirata da vicino per non la perdere). (da sè)

SCENA XXIII.

D. Alvaro e detti.

Alvaro. Riverisco donna Rosaura.

Rosaura. Serva di don Alvaro. (s’alza)

Alvaro. La buona notte a tutti.

Rosaura. Favorite. (accenna che sieda)

Alvaro. (Non vorrei che vi fosse la dama incognita). (guarda qua e là, poi siede presso Rosaura)

Marionette. (Anche questo sta bene). (da sè)

Alvaro. Dove avete posto il mio albero?

Rosaura. Nella mia camera.

Alvaro. Dovevate esporlo qui in sala, acciò fosse ammirato da tutta la conversazione.

Marionette. Anzi lo metteremo sulla porta di strada, acciò sia meglio veduto.

Alvaro. (Francese impertinente). (da sè)

SCENA XXIV.

Milord e detti.

Milord. Madama, mademoiselle. (a Eleonora) Messieurs. (alli due cavalieri)

Rosaura. Milord, umilissima. (s’alzano e tutti la salutano) Compiacetevi d’accomodarvi. (a Milord)

Milord. Madama. (siede appresso il Conte)

Marionette. (Madama! Madama! Non sa dir altro che madama. Nella sua bocca stanno male anco le parole francesi), (da se)

Rosaura. Milord s’è accomodato a favorirmi.

Milord. Io sono il favorito.

Marionette. (Oh, non ha detto poco). (da sè)