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LA VEDOVA SCALTRA | 357 |
Dottore. E se amore comandasse che domani non se ne ricordasse più, le1 converrebbe obbedirlo?
Monsieur. Senza dubbio.
Dottore. Dunque può principiare adesso a dimenticarsi di Eleonora.
Monsieur. Perchè dite questo?
Dottore. Perchè io non voglio che Eleonora soggiaccia a questo pericolo.
Monsieur. Ma voi che parte avete negli affetti2 di mademoiselle Eleonora?
Dottore. Per levarla da ogni dubbio, sappia che io sono suo padre.
Monsieur. Ah monsieur, ah mio eccellente Dottore, ah caro amico, venerato mio suocero, fatemi il piacere di non impedirmi ch’io possa amare le vostre figliuole.
Dottore. Tutte due?
Monsieur. Sì, caro, sono egualmente amabili.
Dottore. Questa sorta d’amore chi è che la comanda?
Monsieur. La cognizione del merito.
Dottore. Come si può mai amare più d’un oggetto?
Monsieur. Un3 Francese ha fiamme bastanti per amarne anche cento.
Dottore. Vossignoria vada in Francia a dar pascolo alle sue fiamme.
Monsieur. Ah sì, conosco dalla vostra bella fronte serena, dai vostri occhi pietosi, che avete compassione di me. Su via, comandate che aprano quella porta.
Dottore. Questa non è casa mia, ma ciò non ostante la farò aprire.
Monsieur. Evviva la virtù, evviva il padre felice di due peregrine bellezze.
Dottore. (Batte, e si fa aprire.)
Monsieur. Siatemi di scorta.
Dottore. In questi paesi il padre non fa la scorta agli amanti delle figliuole, con sua licenza. (entra, e serr la porta)
Monsieur. Monsieur, monsieur. Basta, basta, se il padre ha chiusa la porta, non la terranno sempre serrata le figlie. (parte)