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LA VEDOVA SCALTRA 345

Monsieur. Bene.

Arlecchino. Il matrimonio non rende i frutti?

Monsieur. Sicuro.

Arlecchino. Quello che fa i frutti non si dice albero?

Monsieur. Egli è vero.

Arlecchino. Dunque voi siete l’albero di vostra casa.

Monsieur. E madama Rosaura è così sottile?

Arlecchino. Anca de più.

Monsieur. Che donna di spirito! Ed ho veduto che voi traete l’origine da principi e da monarchi. E questo come e entra?

Arlecchino. Eppure voi altri Francesi siete acuti, e non la capite?

Monsieur. Confesso il vero, non l’intendo.

Arlecchino. Guardando el vostro ritratto, vede quella bella idea, quell’idea nobile e grande, e vi crede di razza de’ principi e de’ monarchi.

Monsieur. Sei un grand’uomo, (lo bacia) Avanti. Se avrò l’onore di esser ammessa fra tante eroine... Quali sono queste eroine?

Arlecchino. Quelle che vi amano.

Monsieur. Dici bene, e son molte. Sarà nobilitato anche l’albero della mia casa. E questo che vuol dire?

Arlecchino. Allora sarà nobile lei ed anche il vecchio suo padre, che è l’albero della sua casa.

Monsieur. Evviva il grande Arlecchino! Meriti una recognizione senza misura.

Arlecchino. (Oh, manco mal!) )da sè)

Monsieur. Vo pensando che posso darti, per un’opera così bene eseguita.

Arlecchino. Un Inglese per una cosa simile m’ha dà una borsa.

Monsieur. Una borsa? È poco. Non avrai fatto per lui quello che hai fatto per me. Meriti un premio illimitato, una recognizione estraordinaria. Ma ecco ch’io già m’accingo a premiarti in una maniera corrispondente al tuo gran merito. Eccoti un pezzo di questa carta, ch’è la gioja più preziosa di questo mondo. (gli dà un pezzo di carta di Rosaura, e parte)