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IL FRAPPATORE | 27 |
Brighella. Con so licenza, che leza. (apre la lettera)
Carissimo Messer Brighella.
La presente vi sarà recata da una giovane Fiorentina, che a voce vi dirà l’esser suo. Ve la raccomando fino al mio arrivo, che sarà probabilmente il giorno sei del corrente...
Oggi ne avemo sei, el doveria capitar a momenti.
Beatrice. Così credo. Io dovea arrivare tre giorni prima, ma per le nevi non ho potuto passare.
Brighella. Date alla signora che vi dirigo un comodo appartamento, e un altro riserbatene per me, con due camere. Conduco meco un giovane Veneziano, ricco e semplice, raccomandato alla mia custodia; il che vi serva di regola, e caramente salutandovi sono1
Vostro affet.2amico |
(L’è ben raccomanda sto pollastro. Se el gh’averà delle penne, sior Ottavio ghe darà una bona pelada). (da sé) E eia, padrona, chi xela? (a Beatrice)
Beatrice. Io sono Beatrice Anselmi, fiorentina.
Brighella. Ela amiga o parente de sior Ottavio?
Beatrice. Per confidarvi la verità, sono a lui promessa in consorte.
Brighella. Promessa in consorte? (Se so che le maridà, e che so muggier l'è a Napoli!) (da sé)
Beatrice. Sono rimasta vedova in Venezia, dove morì mio marito, che mi ha lasciato dei mobili e del danaro; il signor Ottavio non ha potuto colà sposarmi per la mancanza de’ suoi attestati; doveva egli partire sollecitamente per Roma; onde, per non perder tempo, mi ha spedito qui innanzi di lui, ove per la vicinanza di Napoli, che è la sua patria, potrà più facilmente sposarmi.
Brighella. Hala portà con ela i danari?
Beatrice. Li ho consegnati al signor Ottavio.