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318 | ATTO SECONDO |
Dottore. Per questo sono venuto da voi. Sappiate che il signor Pantalone vostro cognato inclinerebbe a sposarla.
Rosaura. Oh, non le date un vecchio.
Dottore. Un vecchio l’avete preso anche voi.
Rosaura. E per questo vi dico che non lo diate a lei.
Dottore. Basta, parlerò con la ragazza, e s’ella v’inclina, non le togliamo la sua fortuna.
Rosaura. Se v’inclina, lo faccia. Ma avvertite di non violentarla.
Dottore. E voi Rosaura, volete rimaritarvi?
Rosaura. Perchè no? Se mi capitasse una buona occasione, forse l’abbraccerei.
Dottore. Vi è un cavaliere spagnuolo, che ha dell’inclinazione per voi.
Rosaura. Come si chiama?
Dottore. Don Alvaro di Castiglia.
Rosaura. Lo conosco. Era ier sera alla festa di ballo.
Dottore. Egli m’ha pregato acciò l’introduca da voi, ed è venuto meco sin qui. So che è un cavaliere pieno di civiltà e di onestà, onde se non avete cosa in contrario, mi farete piacere a riceverlo, tanto più che può darsi non sia inutile per voi la sua inclinazione.
Rosaura. Quando mio padre me lo presenta, non ricuso ricevere il cavaliere spagnuolo.
Dottore. Figliuola mia, sarebbe bene che vi rimaritaste. Compatitemi, se ve lo dico. Una vedova sui festini non fa la migliore figura di questo mondo. (parte)
SCENA II.
Rosaura, poi Don Alvaro.
Rosaura. Mi mortifica gentilmente. Ma gran conquiste che ho fatte io ieri sera! Tutti rimasero incantati. Non so che cosa avessi di straordinario. Ma ecco lo Spagnuolo. Viene con passo geometrico. Solita gravità della sua nazione.