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296 ATTO PRIMO

Marionette. Voi avete dello spirito, e chi ha dello spirito, in Francia fa la sua figura.

Rosaura. Eppure io non sono delle più disinvolte; in Italia ne troverai moltissime di me più briose, pronte di lingua e sciolte nel costume.

Marionette. Volete dire di quelle che in Italia si chiamano spiritose, e noi le diremmo spiritate. A Parigi piace il brio composto: una disinvoltura manierosa, una prontezza corretta, ed un costume ben regolato.

Rosaura. Dunque colà le donne saranno molto modeste.

Marionette. Eh, non si piccano poi di tanta modestia. Tutto passa per galanteria, quando è fatto con garbo.

Rosaura. Ma dimmi, per essere stata tutta la notte al ballo, sono io di cattivo colore?

Marionette. Siete rossa naturalmente, ma questo in Francia non basterebbe. Colà le donne per comparire hanno d’adoperare il belletto1.

Rosaura. Questo poi non l’approverei. Non vi so vedere una giusta ragione.

Marionette. Parliamoci qui tra noi. Qual è quella delle mode di noi altre donne, che sia regolata dalla ragione? Forse il tagliarci i capelli, nei quali una volta consisteva un pregio singolare delle donne? Il guardinfante, che ci rende deformi? Il tormento che diamo alla nostra fronte per sradicare i piccoli peli? Tremar di freddo l’inverno, per la vanità di mostrare quello che dovremmo tener nascosto? Eh, tutte pazzie, signora padrona, tutte pazzie.

Rosaura. Basta, io non mi voglio fare riformatrice del secolo.

Marionette. Fate bene; si va dietro agli altri. Se vi rendeste singolare, forse non sareste considerata.

Rosaura. Anzi da qui avanti voglio sfoggiar le mode con un poco

  1. Bettin., Paper, e altri:«Mar. Siete rossa, come una rosa. Questo è quello, che in Francia non piacerebbe. Ros. Eppure tu mi dicesti altre volte, che tutte colà si bellettano. Mar. Sì, egli è vero. Sogliono a forza d’acque e di cavate di sangue, togliere dal loro viso il rosso naturale, per sostituirvi il carmino».