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IL FRAPPATORE 23


tanto più mi cresce la volontà di saperlo. Ecco il suo servitore che torna in casa; vo’ provarmi se da lui potessi rilevar qualche cosa. È un poco semplice di natura; chi sa che con un poco di arte non mi riesca farlo parlare?

Arlecchino. La patrona dov’ela?

Colombina. È ritirata; e mi ha detto che non entri nessuno, s’ella non chiama.

Arlecchino. Gnanca mi no posso entrar?

Colombina. No, certo; quando vi vorrà, chiamerà. Ehi, dite, è capitato ancora?

Arlecchino. Chi?

Colombina. L’amico.

Arlecchino. Qual amigo?

Colombina. Quello che aspetta la vostra padrona.

Arlecchino. El savì donca, che l’aspetta uno.

Colombina. Lo so, certo.

Arlecchino. Savìu mo chi l’è quel che l’aspetta?

Colombina. Lo so, mi ha confidato ogni cosa.

Arlecchino. Gran donne! la me dis a mi che no diga gnente a nissun, e pò l'è la1 prima a dirlo.

Colombina. Con me si può confidare. Ditemi, è capitato?

Arlecchino. Ancora no se sa gnente.

Colombina. Mi dispiace, povera signora, vorrei vederla contenta.

Arlecchino. Me despias anca mi, perchè son stuffo2 de far sta vita.

Colombina. Siete venuti qui a caso, o con qualche sicurezza di ritrovarlo?

Arlecchino. L’ha da arrivar qua, se el diavolo no lo porta in in qualch’altro logo.

Colombina. Come lo avete saputo che abbia da capitar qui?

Arlecchino. L’è sta scritto alla mia patrona da un so parente, che sta a Venezia.

Colombina. Deve venir da Venezia dunque?

Arlecchino. Siguro, da Venezia. No la ve l’ha dito?

  1. Zatta: l’è ela la.
  2. Così in tutte le edd.