Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
L'UOMO PRUDENTE | 267 |
ed altresì fate introdurre Rosaura Bisognosi e Florindo suo marito, chiamati a Corte come testimoni.
Bargello. Sarà ubbidita. (parte)
Giudice. Il caso è molto grave. Una moglie ed un figlio tentar di avvelenare il marito ed il padre? che iniquità! Voglio dare un terribile esempio. Voglio usare tutti i rigori della giustizia.
Notaio. Ma specialmente bisogna severamente punir Beatrice, acciò queste mogli cattive imparino a trattar bene i loro mariti. In oggi sono tanto arroganti, che non si può più vivere.
SCENA XVIII.
Beatrice ed Ottavio alla parte dritta, con birri e bargello. Rosaura e Florindo alla parte sinistra, e detti.
Giudice. Signor Florindo, l’ostinazione di questi inquisiti, che negano le loro colpe, impegna la vostra onestà a sostenere in faccia loro quanto avete deposto. Ora si dovrà venire al confronto. E se voi (alli due rei) avrete la temerità di negare, sapranno i tormenti strapparvi di bocca, vostro malgrado, la verità. Signor notaio, scrivete.
SCENA XIX.
Pantalone e detti.
Pantalone. Sior illustrissimo, la prego sospender per un momento e degnarse de ascoltarme anca mi.
Giudice. Parlate pure, ch’io non ricuso ascoltarvi. Volete esser solo?
Pantalone. Eh, no m’importa che ghe sia tutto el mondo. Me stupisso che in t’una causa e in t’un processo, dove mi comparisse l’offeso, se vaga avanti senza ascoltarme. Xe vero che el delitto de venefizio xe delitto pubblico, e per la pubblica vendetta se procede ex officio, ma xe anca vero che, dove se tratta dell’ingiuria o del danno, la parte offesa s’ha da ascoltar.
Giudice. (Mi pare che non dica male). (al notaio, piano)