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264 ATTO TERZO


prudenza xe la medesina universal dei animi travagiai, e che colla prudenza l’omo poi superar tutte le contrarietà del destin. Sì, te sento, te intendo, ti me incoragissi, ti me dà anemo, ti me dà speranza. Sì ben, el partio no me dispiase... se poderave muarghe le carte in man... el can l’ho butta via... la pignata xe andada... manca el corpo del delitto... Mi son l’offeso... La Giustizia no poderà condannar... So quel che digo... La piaga xe fresca, el remedio sarà ancora a tempo. Parlerò, pregherò, spenderò, pianzerò se bisogna, sparzerò tutto el sangue, pur che se salva l’onor. (parte)

SCENA XIII.

Cortile con due porte terrene, o sian magazzini.

Notaio e Birri.

Notaio. Eppure non si trovano nè questo cane, nè questa pentola. La signora Rosaura ed il signor Florindo asseriscono che dovevano essere nella cucina. Saranno stati nascosti1. Facciamo ogni diligenza per ritrovarli. Buttate giù queste porte. (i birri buttano giù una porta, dalla quale esce Colombina)

SCENA XIV.

Colombina e detti.

Colombina. Buona gente, il cielo vi benedica, che mi avete liberata da quella carcere.

Notaio. Chi vi ha serrata là dentro?

Colombina. Credo siano stati certi bricconi indegni de’ birri, che non si dà al mondo peggior gente di quella, ma questi almeno sono galantuomini, che mi hanno liberata.

  1. Così Bett., Sav. e Zatta; Pasquali, Paper, ecc.: Gli averanno nascosti.