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I DUE GEMELLI VENEZIANI | 157 |
SCENA XI.
Zanetto, poi Rosaura alla finestra della sua casa.
Zanetto. Sto amor, sto amor el xe una gran cossa. Subito che ho visto siora Rosaura, m’ho sentio a rostir co fa una brisiolaa. No posso star se no la vedo, se no ghe parlo. Voggio andarla a trovar, e veder se podemo concluder sto matrimonio. (batte all’uscio di casa)
Rosaura. Signor Zanetto, la riverisco. (venendo alla finestra)
Zanetto. Oh, patrona bella. Vorla che vegna su1?
Rosaura. No, signore, mio padre non vuole.
Zanetto. Mo perchè?
Rosaura. Acciò lei non dica ch’egli mi fa il mezzano.
Zanetto. Come vorla che diga sto sproposito? No avemio da esser mario e mugier?
Rosaura. Almeno mio padre mi ha fatta veder la scrittura.
Zanetto. Giusto, la scrittura che ho fatto mi.
Rosaura. L’avete fatta voi e poi mi avete detto che non vi era trattato di matrimonio?
Zanetto. Mi no diseva de matrimonio. Diseva che fessimo subito quel che gh’avevimo da far.
Rosaura. Io non vi so intender. Ora mi sembrate troppo sciocco, ora troppo accorto.
Zanetto. E via, la lassa che vegna su. Cossa vorla? che me storza el collo?
Rosaura. Eh, di sopra poi non si viene.
Zanetto. Donca la vegna zo ella.
Rosaura. Peggio. Farei una cosa bella a venir sopra la strada!
Zanetto. La vuol donca che muora?
Rosaura. Poverino! Certamente che la passione vi farebbe morire.
Zanetto. No la crede? Lontan da ella, son2 come el pesce fuora
- ↑ Brisiola, bragiuola, pezzo di carne d’arrostirsi sulla graticola.