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I DUE GEMELLI VENEZIANI 105

Florindo. Come... Signor Tonino... Amico caro... (s’alza)

Tonino. (Zitto... son vostro amigo, e son arriva in tempo de defender la vostra vita, ma no stè a dir el mio nome). Animo, sior canapioloa, vegnì a nub.

Lelio. (Ci mancava costui). (da sé) Ma voi chi siete?

Tonino. Son un venezian, che gh’ha tanto de cuor; che no gh’ha paura né de vu, né de diese della vostra sorte.

Lelio. Io non ho nulla con voi, né intendo di volermi battere.

Tonino. E mi gh’ho qualcossa con vu, e me voggio batter.

Lelio. Mi sembrate uno stolto; che cosa avete meco?

Tonino. L’affronto che avè fatto a un mio amigo, lo risento come mio proprio. A Venezia se fa più conto dell’amicizia che della vita; e me parerave d’esser indegno del nome de venezian, se no seguitasse l’esempio dei nostri cortesanic, che xe el specchio dell’onoratezza.

Lelio. Ma qual è quell’affronto ch’ho fatto a questo vostro sì grande amico?

Tonino. Ghe disè poco! manazzar d un uomo in terra? Ghe disè gnente, dirghe muori, co l’é colegàe? Via, mette man a quella spada.

Florindo. No, caro amico, non vi cimentate per me. (a Tonino)

Tonino. Eh via, cavève, che tanto stimo a batterme co sto scartozzo de péveref, come bever un vovog fresco.

Lelio. Ma io ho troppo lungamente sofferta la vostra petulanza, con discapito della delicatezza dell’onor mio e con iscorno de’ miei grand’avi.

Tonino. E vero. Cossa dirà vostra nona nina nana? Cossa dirà vostro pare della poltroneria de sto gran fio?

Lelio. Ah, giuro al cielo.

Tonino. Ah, giuro alla terra.

  1. Canapiolo, termine di disprezzo, che si può spiegare spaccone.
  2. Vegnì a nu, espressione bizzarra, vuol dire volgetevi a me
  3. Cortesani: spiega in veneziano: gente accorta, onorata e brava
  4. Manazzar, minacciare.
  5. Colegà, disteso in terra.
  6. Scartozzo de pevere, cartoccio di pepe, frase derisoria.
  7. Vovo, ovo.