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96 ATTO PRIMO

Dottore. Eh, non signore, ha detto gli sono umilissima serva, per complimento, per cerimonia.

Zanetto. Ho inteso; scomenzemo mal.

Dottore. Per qual ragione?

Zanetto. Perchè in tei matrimonio no ghe vuol ne busie, né cerimonie.

Rosaura. (È veramente sciocco, ma pure non mi dispiace). (da sé)

Dottore. Eh via, non abbadi1 a queste inezie.

Rosaura. Signor Zanetto, assicuratevi ch’io sono sincera, che non so simulare, e che avrò per voi tutta la stima ed il rispetto.

Zanetto. (Tutte cosse che no val un figo2).

Rosaura. Ma forse non aggraditea queste mie espressioni?

Zanetto. Siora sì, come che la vol.

Rosaura. Dispiace agli occhi vostri il mio volto?

Zanetto. Alle curte. Mi son vegnù a Verona per maridarme, e aspetto Arlecchin da Bergamo coi abiti, co le zogie e coi bezzi.

Rosaura. E bene, non sono io destinata per vostra sposa?

Zanetto. Ma che bisogno ghe xe de tanti squinci e quindi3? La me tocca la man, e la xe fenia.

Rosaura. (Che temperamento curioso!) (da sé)

Dottore. Ma, caro signor genero, vuol ella fare il matrimonio così ruvidamente? Dica qualcosa alla sposa, le parli con più buona grazia ed amore.

Zanetto. Oh sì, disè ben. So tutto, tutto vostro. Me piase quel bel visetto. Vorave... Caro sior missier, feme un servizio.

Dottore. Cosa comanda?

Zanetto. Ande via de qua, perchè me de suggizion4.

Dottore. Benissimo, la servirò. Io sono un uomo compiacentissimo. (Figlia mia, abbi giudizio: è un poco scioccherello5, ma ha de’ quattrini). (piano a Rosaura) Signor genero, la riverisco. (Guardate a chi dona la sorte i suoi favori!) (da sé, e parte)

  1. Figo, fico, termine veneziano ch’equivale al niente.
  1. Bettinelli: badi.
  2. Bettin.: gradite.
  3. Zatta: squindi.
  4. Bettin.: soggezion.
  5. Bettin.: scioccarello.