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ch’era informato delle questioni, e che la scienza del Jus comune non consisteva nella ripetizione degli argomenti, ma nella cognizione del Codice e dei Digesti. Non so, se male o bene parlassi, ma so che l’audacia, e tuono di voce, e la velocità del discorso ha prodotto un movimento estraordinario in tutto quel venerabile consesso, con delle dimostrazioni d’applauso, seguite da una pienissima ballottazione favorevole, pubblicata poi dal bidello col nemine penitus, penitusque discrepante. Aperte allora le porte, entrava entro molta gente. Vidi l’amico Radi, che si asciugava gli occhi, piangendo per tenerezza, e vidi i Scolari, che mi avevano trattenuto la notte e che ridevano, non so se per piacere di vedermi contento, o per quello di avermi vinto il danaro.

Il Dottor Pighi mio Promotore fece allora la solita cerimonia, dandomi in nome dell’Università gli onori e le facoltà Dottorali, formando il solito elogio al suo candidato, e come egli era uomo di talento, pronto di spirito e buon Poeta, terminò con alcuni versi, che non poteano esser fatti che all’improvviso, poiché alludevano alla maniera mia di rispondere non usitata, e calcolata da lui per la migliore di tutte. Terminate le solennità ordinarie, scesi dal posto ed accolsi le congratulazioni di tutti, ma quelle, che più mi piacquero, furono le congratulazioni dell’Abbate Arrighi, e lo ringraziai di avermi messo a quella disperazione, che dato mi aveva il maggior vigore. Ritornato alla locanda coll’amico Radi, e fatte le nostre riflessioni sull’accaduto, consolandoci dell’esito fortunato, rivolgemmo i nostri pensieri alle nostre saccoccie, sicuri che la Laurea Dottorale non ci dava il modo di pagar la locanda, nè di supplire alle altre spese occorrenti. Vi erano ancor delle mance indispensabili da pagarsi. Vuole il costume, che si presenti una guantiera d’argento al Promotore; evvi la spesa del Privilegio in pergamena. Dovevasi pagar il viaggio di ritorno in Venezia. Mia Madre mi aspettava, mi aspettavan gli amici, e non volea far sapere la mia condotta. Qual partito si avea a prendere in tale occasione? Io avea un diamante in dito di qualche prezzo, confidatomi dalla mia bella. L’impegnai e me ne prevalsi. Lo ricuperai qualche mese dopo, ma quante invenzioni mi costò il na-


scondere