deva, ma siccome l’esito dipende moltissimo dalla memoria, e che la ripetizione degli argomenti malfatta o la falsa citazione di un testo può rovinar il merito di un Candidato, tremava internamente, malgrado il coraggio ch’io dimostrava.
In mezzo alle mie più serie occupazioni ed alla più interessata assistenza dell’amico, ecco degli Scolari che vengono al solito a ritrovarci, e per passar la sera con noi. La civiltà non vuole che si ricusino. Si burlano della novità del rigore e della mia apprensione, dicono che non conviene affaticare lo spirito soverchiamente, e che convien divertirsi. Ci propongono di giocare. Fan venire delle carte. Uno di essi propone il gioco della Bassetta, fa la Banca e taglia. L’amico mio, che amava il gioco, si lascia sedurre e punta; io che non era più virtuoso di lui, metto a parte i punti legali e prendo quei delle carte. Io prendo il mio danaro, l’amico il suo. Si passa la notte, e il nuovo sole ci trova al tavolino giocando. Ecco il bidello dell’Università, che viene per risvegliarci e per avvertirci che l’ora si approssimava. Poca fatica abbiamo fatto a vestirci. Se ne andarono gli Scolari col nostro danaro augurandoci miglior fortuna. L’amico ed io non osavamo guardarci in faccia. Prendo i punti legali in mano, e appena poteva leggere. Penso un poco, mi scuoto, mi riscaldo, mi fo animo e dico: andiamo. Si arriva al Collegio, mi destinano una stanza per ritirarmi; richiamo tutti i spiriti sconcertati; li riunisco al solo punto d’onore. Viene il momento fatale; entro nell’assemblea de’ Dottori, non guardo in faccia a nessuno. Salgo alla cattedra col Promotore, faccio la recita de’ miei punti, e la memoria mi serve felicemente. Eccoci agli argomenti. Ascolto il primo; lo riassumo e sbaglio una citazione. Il mio Promotore vuol suggerirmi. Si oppone il zelantissimo Signor Dottore Arrighi. Io mi ricordo del domani ci rivedremo, riprendo forza, e rispondo al primo argomento ed agli altri in seguito, non come un difendente risponde, ma come fatto avrebbe un’assistente, facendo tante dissertazioni quanti erano gli argomenti, senza il metodo ordinario scolastico, senza faticar la memoria colla materiale inutile ripetizione delle parole e delle citazioni dei Testi, ma facendo conoscere ch’io possedeva la materia,