correa pericolo di essere carcerato e punito, onde presi il partito di non parlare. Nelle mie Commedie non mi sono scordato il mio Padovano, e di là ebbe origine quella collera, con cui mi sono scagliato contro del gioco nella mia Commedia del Giocatore, nella Bottega del Caffè ed in altre, nelle quali ho avuto occasion di parlarne.
Ricorsi ad un amico di mio Padre per aver del danaro, ed avuto il mio bisognevole, presi un calesso e me ne andiedi a Bagnacavallo, dove gli accoglimenti e gli abbracci de’ miei Genitori, e lo stato comodo e decoroso, nel quale li ritrovai, mi fecero svanir la melancolia, e mi consolarono pienamente. Restai colà qualche mese, non in altro occupato che a divertirmi; ma il povero mio Genitore cade ammalato di febbre1 maligna, ed in pochi giorni morì: e la di lui morte causò una totale rivoluzione ne’ miei affari ed un cangiamento totale; come vedrai, Lettor carissimo, nel Tomo seguente, se avrai la bontà e la sofferenza di leggere. Dirò solamente qui di passaggio, che la lontananza, il tempo e le mie circostanze mi fecero a poco a poco scordare la mia bella Feltrina, e credo abbia ella fatto lo stesso dal canto suo, poiché dopo cinque o sei mesi non ho più inteso parlarne.
- ↑ Testo: Febre. - Ed.