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di giovani dilettanti per recitarvi, e mi riuscì l’intento. Si recitarono due Drammi di Metastasio, la Didone e l’Artaserse, e vi recitai io medesimo. Come io era il distributor delle parti ed il direttore dello spettacolo, scelsi per me le ultime parti e mi riservai di comparire un po’ meglio negl’Intermezzi, che composi io medesimo; e questa è la prima volta ch’io esposi qualche cosa del mio sul Teatro, e là principiai a gustare il piacer dell’applauso e del pubblico aggradimento. Due furono gl’intermezzi in allora da me composti, uno comico e l’altro critico. Il primo era intitolato Il Buon Vecchio, e consisteva in tre personaggi: Un Pantalone, Padre semplice, una Figlia accorta ed un Amante intraprendente. Io faceva quest’ultimo Personaggio, mascherato con diversi abiti, e coll’uso di più linguaggi, tutti però Italiani. Il secondo avea per titolo La Cantatrice. Conoscea sin d’allora l’arte e il costume della maggior parte di queste Sirene armoniche, e delle loro Mamme, e ne feci un ritratto passabile, capace d’instruire e di divertire. Perduto ho poscia intieramente il primo Intermezzo, per la poca cura ch’io avea delle cose mie; ed avrei perduto anche il secondo, ma è stato esso da qualchedun conservato, e l’ho veduto, qualch’anno dopo, rappresentare in Venezia col titolo della Pelarina, che significa in Veneziano una Donna, che pela, cioè che pilucca gli amanti: e come l’intermezzo riuscì in Venezia felicemente e altri se ne avea fatto merito, e ne avea ricavato non poco utile, dissi anch’io col poeta:

Sic vos non vobis, etc.

In questo per me sì amabile divertimento, passai in Feltre felicemente l’Inverno e parte della Primavera. L’Estate poi trovai la mia delizia nelle Villeggiature, allora quando mi permettea il mio Ministero di profittarne, e talvolta la Carica stessa me ne fomia l’occasione per visitare i tagli de’ roveri, proibiti dalle leggi, o per esaminare persone, che non poteano venire in Città. Potea mandarvi qualche mio sostituto, ma preferiva il piacere di andarvi io stesso, ed arrischiai più volte la vita, internandomi tra le foreste, occupate da Contrabandieri e Banditi, contro de’ quali eseguiva la


mia