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alla corda, e doverlo esaminare tranquillamente, come vedesi nel Frontispizio di questo tomo; ma si fa l’abito a tutto, e malgrado l’umanità, non si ascolta che la giustizia e il dover dell’impiego. Quello che mi recava ancor più diletto, e metteva in impegno il mio spirito, era l’epilogo de’ Processi, con cui dovevasi informare il Giudice, che dovea pronunziar la Sentenza. L’operazion non è facile, poiché conviene esattamente pesare i termini per non aggravare le colpe in pregiudizio del Reo, e non isminuirle in detrimento della Giustizia. Quest’era la parte, in cui io riusciva il meglio, e tanto il mio Cancelliere fu di me contento, che terminato il Reggimento di Chiozza, passò egli a quello di Feltre, e mi volle seco per primo suo Coadiutore, col titolo di Vice Cancelliere. Era il nostro Podestà, o sia Governatore in detta Città, l’Eccellentissimo Signor Paolo Spinelli, Patrizio Veneto, Cavaliere umanissimo, ottimo Giudice, e di angelici esemplari costumi. Feltre è Città piccola, montuosa, situata nella Marca Trivigiana, Provincia dello Stato Veneto. Ella è antichissima, conosciuta sino ai tempi di Giulio Cesare, di cui dicesi sia quel verso:

Feltria perpetuo nivium damnata rigori.

In questa Città non vi sono ricchezze, ma non vi è miseria; il terreno è fertile, la gente laboriosa, ma non ha alcun commercio, a cagion della sua situazione lontana da ogni navigazione. Vi è molta nobiltà, antica e colta. Vi si fanno delle bellissime villeggiature. La caccia è abbondante, e i frutti sono squisiti, fra quali sono ricercatissime le noci Feltrine, come fra le biade riesce colà perfettamente il grano di Turchia, che ridotto in farina gialla, e di farina gialla in polenta, serve di nutrimento ai poveri e di piacere ai ricchi. Io non mi scorderò mai di un Paese, dove sono stato sì bene accolto, e dove ho soggiornato sedici mesi col maggior piacere del mondo. Due cose contribuirono alla mia intiera soddisfazione. La buona Compagnia, che ho sempre amata e desiderata, ed un Teatro nel palazzo medesimo del Podestà, di cui mi pareva poter disporre. In fatti non tardai ad usarne. Legata amicizia con que principali Signori, divisai di unire una Compagnia


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