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non bacchettone, e mi volea Cristiano, ma non santocchio. Mi richiamò egli a Chiozza, vi andiedi per obbedienza, e in aria penitente, e col collo torto, gli dissi che io mi sentiva inspirato di farmi Frate. Conobbe egli meglio di me che i miei vapori erano la mia inspirazione. Ne fece anche la prova, cercando di divertirmi; e un mese dopo, non si parlò più nè di Chiostro, nè di Cappuccio.
Era in quel tempo Podestà, cioè Governatore di Chiozza, Sua Eccellenza il Signor Francesco Bonfadini di gloriosa ricordanza, degnissimo Cavaliere, Patrizio Veneto, che morì poi prestantissimo Senatore, alla di cui nobilissima, e gentilissima Dama Sposa dedicata è la Donna di garbo, che è la prima Commedia di questo stesso Volume. Era il suo Cancellier Criminale il Sig. Egidio Zabottini di Castelfranco, uomo integerrimo, e di gran concetto in tal professione, ed era suo Coadiutore il Sig. Stefano Porta, della Città di Feltre, Giovane di abilità, e d’illibati costumi. Mio Padre, che aveva la maniera di farsi amare, ebbe la fortuna di acquistarsi la protezione del Cavaliere, e l’amicizia del Ministro, onde accordarono fra di loro ch’io entrassi in quella Cancelleria, sotto la direzione del Zabottini, ed associato al Porta. Vi entrai senza saper un principio di tal mestiere, ed in tre o quattro mesi di tempo me ne impossessai intieramente, dimodochè il Coadiutor principale facea lavorar me volentieri per sollevarsi dal peso, il Cancelliere era di me contento, e il Podestà mi prese a proteggere con particolar affezione. La facilità ch’io trovai in una professione che par difficile, derivò dal piacere ch’io sentia nell’esercitarla. Pareva ch’io fossi nato per questa sola. Proposi di mai più abbandonarla, ma si vedrà in appresso per qual ragione l’abbandonai. Non potendo io in tal impiego esercitar il mio genio comico, parevami di essere soddisfatto con un esercizio che insegna più di ogni altro a conoscere il cuore umano, ed a scoprire la malizia e l’accortezza degli uomini. L’esame de’ Testimonj, per lo più maliziosi o interessati, e ancora più l’esame de Rei, mette in necessità di assottigliare lo spirito per isviluppare la verità.
Faceami specie ne’ primi tempi vedere un uomo attaccato
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