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fittare delle vacanze per abbandonarmi allo studio delle Commedie. Rilessi tutto il mio Ciccognini1), e cominciai a conoscere le bellezze e i difetti di quell’Autore, che se nato fosse nel nostro secolo, avrebbe avuto il talento di far delle cose buone. Lessi il Faggiuoli; vi trovai la verità, la semplicità, la natura, ma poco interesse e pochissima arte, e i suoi riboboli fiorentini m’incomodavano infinitamente. Mi capitò alla mano la Mandragora di Niccolò Macchiavelli. Oh quella sì, che mi piacque. La divorai la prima volta, la rilessi più volte, e non poteva saziarmi di leggerla. Non era certamente che mi allettasse, nè l’argomento lubrico, nè le frasi amorose, nè le licenziose parole, ma mi parea di riconoscere in quella Commedia maravigliosa quell’arte, quella critica, quel sapore ch’io non aveva gustato nell’altre. Mio Padre mi trovò sul fatto ch’io la leggeva, me la strappò dalle mani, volea abbruciarla, e l’avrebbe fatto, se non fosse arrivata a tempo mia Madre per impedirlo. Ella che amava tutto quello che mi piaceva, e che credeva ben fatto tutto quel ch’io faceva, prese talmente a difendermi, che ne successe un dialogo riscaldato fra Marito e Moglie. Disse finalmente mio Padre, che il libro era scandaloso e proibito, che trattava d’amori illeciti e di abuso di confessione. Mia madre allora si mostrò un poco turbata, mi guardò bruscamente e mi disse: Perchè briccone, perchè leggere di cotai libri? Poi voltandosi a suo Marito: L’avrà fatto, soggiunse, senza malizia. Mio figlio è buono, va spesso al confessionale, ed aveva appena quattr’anni, che diceva meco l’ufficio della Madonna. La Commedia non fu abbruciata, vollero sapere da chi io l’aveva avuta, e stupirono, sentendo la persona rispettabile che me l’aveva data. Per poco mia Madre non mi diede la permissione di leggerla.
Giunto il tempo di ritornare al Collegio, m’imbarcai col Corriere di Modona, e fui colà raccomandato da mio Padre ad un suo Cugino, che faceva gli affari nostri. Alloggiai nella nostra casa antica di quel Paese, ch’era affittata ad uno che ne faceva locanda, indi mi fu provveduta una sedia fino a Pavia. Alzatomi per tempo la mattina ch’io doveva di là partire, e passeggiando la sala per
aspettare
- ↑ Si corregga: Cicognini; e poi Fagiuoli, Machiavelli. - Ed.