Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/611


IL SERVITORE DI DUE PADRONI 553


Beatrice. Tieni, nello stesso tempo anderai alla posta di Torino e domanderai se vi sono mie lettere. Anzi domanda se vi sono lettere di Federigo Rasponi e di Beatrice Rasponi. Aveva da venir meco anche mia sorella e per un incomodo è restata in villa; qualche amica le potrebbe scrivere; guarda se ci sono lettere o per lei, o per me.

Truffaldino. (Mi no so quala far. Son l’ omo più imbroià de sto mondo). (da sè)

Brighella. (Come aspettela lettere al so nome vero e al so nome finto, se l'è partida segretamente?) (piano a Beatrice)

Beatrice. (Ho lasciato ordine che mi scriva ad un servitor mio fedele che amministra le cose della mia casa; non so con qual nome egli mi possa scrivere. Ma andiamo, che con comodo vi narrerò ogni cosa), (piano a Brighella) Spicciati, va alla Posta e va alla corriera. Prendi le lettere, fa portar il baule nella locanda, ti aspetto. (entra nella locanda)

Truffaldino. Si vu el patron della locanda? (a Brighella)

Brighella. Sì ben, son mi. Porteve ben, e non ve dubitè che ve farò magnar ben. (entra nella locanda)

SCENA X

Truffaldino, poi Silvio


Truffaldino. Oh bella! Che n’è tanti che cerca un padron e mi ghe n’ho trova do. Come diavol oia da far? Tutti do no li posso servir. No? E perchè no? No la saria una bella cossa servirli tutti do, e guadagnar do salari, e magnar el doppio? La saria bella, se no i se ne accorzesse. E se i se ne accorze, cossa pèrdio? Gnente. Se uno me manda via, resto con quell’altro. Da galantomo, che me vôi provar. Se la durasse anca un dì solo, me vôi provar. Alla fin averò sempre fatto una bella cossa. Animo; andemo alla Posta per tutti do. (incamminandosi)

Silvio. (Questi è il servo di Federigo Rasponi). Galantuomo. (a Truffaldino)