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540 ATTO PRIMO


Pantalone. Siora no, siora no; stè qua. (Sti novizzi non vôi gnancora che i lassemo soli). (piano al Dottore)

Dottore. (Saviamente, con prudenza). (piano a Pantalone)

SCENA II.

Truffaldino, Smeraldina e detti.

Truffaldino. Fazz umilissima reverenza a tutti lor siori. Oh, che bella compagnia! Oh, che bella conversazion!

Pantalone. Chi seu, amigo? Cossa comandeu? (a Truffaldino)

Truffaldino. Chi ela sta garbata signora? (a Pantalone, accennando Clarice)

Pantalone. La xe mia fia.

Truffaldino. Me ne ralegher.

Smeraldina. E di più è sposa. (a Truffaldino)

Truffaldino. Me ne consolo. E ela chi èla? (a Smeraldina)

Smeraldina. Sono la sua cameriera, signore.

Truffaldino. Me ne congratulo.

Pantalone. Oh via, sior, a monte le cerimonie. Cossa voleu da mi? Chi seu? Chi ve manda?

Truffaldino. Adasio, adasio; colle bone. Tre interrogazion in t’una volta l’è troppo per un pover omo.

Pantalone. (Mi credo che el sia un sempio costù). (piano al Dottore)

Dottore. (Mi par piuttosto un uomo burlevole). (piano a Pantalone)

Truffaldino. V. S. è la sposa? (a Smeraldina)

Smeraldina. Oh! (sospirando) Signor no.

Pantalone. Voleu dir chi sè, o voleu andar a far i fatti vostri?

Truffaldino. Co no la vol altro che saver chi son, in do parole me sbrigo. Son servitor del me padron. (a Pantalone) E cussì, tornando al nostro proposito... (voltandosi a Smeraldina)

Pantalone. Mo chi xelo el vostro patron?

Truffaldino. L’è un forestier che vorave vegnir a farghe una visita. (a Pantalone) Sul proposito dei sposi, discorreremo. (a Smeraldina, come sopra)