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               Nell’allegrezza, o in occasion di pianto,
          Amorosi si cambiano i consigli,
          E si prende da’ bei labbri vermigli,
          Senza rimorsi al cor, piacer cotanto.
               E quando arriva la canuta etade,
          E gela il verno, oh, quanto ci ristora
          Dell’amica consorte la pietade.
               Santo pudico amor, ’nanzi ch’io mora.
          Questa bella dell’uom felicitade
          Fammi provar un’altra volta ancora.

(Tutti lodano)

Dottore. Rosaura, adesso tocca a voi. Fatevi onore: fate conoscere il vostro spirito. Animo, da brava.

Rosaura. Per obbedirvi dirò quattro strambotti, fatti da me nell’ore dell’ozio. Considerando io i vari caratteri delle persone d’oggidì, e trovandoli simili a ciò che fu scritto de’ nostri antichi, ho composto la presente

                         ODA ANACREONTICA.
               Tutti gridano, che il mondo
          Tristo è fatto ai nostri dì;
          Onde a tutti anch’io rispondo:
          Non è ver, non è così.
          Proverovvi, et ex professo,
          Che fu il mondo ognor lo stesso.
               Tiranneggiano gli avari,
          E non pagan le mercedi.
          Fanno pianger gli operari,
          Per far ridere gli eredi;
          Ma di tali avari ingrati
          Ve ne fur ne’ tempi andati.
               Della moglie si lamenta
          Il marito travagliato;