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498 | ATTO TERZO |
Lelio, che l’affettazione è ridicola, e che il cavaliere non dev’esser millantatore. Al signor Momolo, che lasci le ragazzate, attenda al sodo, e non faccia disonore alla1 patria. Al signor Dottore, che il buon avvocato deve amare la verità, e non ingannare i clienti2. Dirò altresì alla signora Isabella, che una moglie deve amare e rispettare il marito. Dirò al mio caro Florindo, che un marito deve amare e compatire la moglie. Dirò a tutti, che l’onore è più della vita pregievole, che il far bene ridonda in bene, e che chi ha per guida la verità e l’innocenza, non può perire. Tutto questo a voi dico; e se vi pare che il mio dire meriti approvazione o compatimento, ditemi allora che io sono una DONNA DI GARBO.
Fine della Commedia.