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LA DONNA DI GARBO 451


Ottavio. Cara la mia Rosaura. II Cielo ti ha mandato in mio soccorso. Ora sono il più felice uomo del mondo. Vedrai, vedrai che cosa farò per te. Ti comprerò un palazzo, lo fornirò alla moda, ti manterrò carrozza, e a sei cavalli, avrai un trattamento da Dama, gioje, abiti, biancherie, divertimenti, ricchezze e che la vada; allegri, Rosaura, allegri.

Rosaura. Allegri, signor padrone. (Oh, che bel pazzo!) (da sè)

Ottavio. Ma Brighella non viene. Voglio andarlo a ritrovare. Mancano poche ore all’estrazione: abbiamo detto 39, 59, 60, non è vero?

Rosaura. Sì, signore.

Ottavio. Oh bene, vado a giuocarli, se credessi1 restar in camicia. In meno di un anno ho speranza di cangiare stato2. (parte)

SCENA XIII.

Rosaura, poi Momolo.

Rosaura. Io crepo dalle risa3. Ma ecco il signor Momolo, quel bel Venezianotto amante della signora Diana: costui, per dirla, non mi dispiacerebbe; ma ho stabilito di non volermi più innamorare. Voglio però bensì procurare d’innamorar lui4. Se non altro, mi varrò di lui per fare qualche bravata a Florindo. Eccolo.

Momolo. Schiavo, siora Rosaura.

Rosaura. Serva, signor Veneziano garbato.

Momolo. Cossa fa siora Diana?

Rosaura. Oh, in quanto a quella cosa fredda, sta sempre a un modo.

    non vi ricorderete più di me. Ott. Mi maraviglio! Anzi sempre più ti amerò, e per il tuo merito e per il mio interesse. Ogni estrazione voglio che guadagniamo un bel terno. Cara la mia Rosaura ecc.».

  1. Bettin.: se credo.
  2. Bettin. e Paper. aggiungono: Che invidia avranno i miei nemici! Quante belle finezze mi faranno! ma non ne voglio dar loro uno per la rabbia.
  3. Bettin. aggiunge: Tutti mi credono, tutti mi amano, tutti mi dicono ch’io sono una donna di garbo. Non vedo l’ora che giunga Florindo. Ma ecco ecc.
  4. Bettin.: d’innamorarlo.