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450 | ATTO PRIMO |
onde il temo è sicuro; bisogna giuocar molto, per guadagnar molto. In quanto a me, voglio far il possibile per giuocar ben questi numeri.
Rosaura. (Non vi giuocherei un bajocco). (da se) Come avete fatto, signor padrone, a farvi così esperto in questo difficilissimo giuoco?
Ottavio. Mi costa sudori. Prima di tutto ho consumato sei anni nello studio dell’arte di Raimondo Lullo, la qual apre il sentiero a tutte le scienze speculative, mistiche e misteriose. Indi passai allo studio dell’arte cabalistica del Mirandolano, servendomi di un grande aiuto ad intenderla Alessandro Farra, che scrisse di tal materia in volgare, non avendo io gran cognizione del latino. Mi trovai veramente imbrogliato nella moltitudine de’ nomi stravaganti; ma applicando alla stregonomanzia del Tritemio, spiegatami da un bottegaio erudito, ho inteso qualche cosa di più; ma è inutile, ch’io teco parli di tal materia, non potendo tu capirne i princìpi.
Rosaura. Come, signore? Io non ne capisco i princìpi! Perdonatemi, mi fate torto. So benissimo che l’arte di Raimondo Lullo è una solenne impostura. So che il Mirandolano si è servito di ciò che solevano praticare gli antichi Ebrei, i quali pretendono anche al presente avere la scienza cabalistica in retaggio da’ loro maggiori, ma che altro non hanno che alcune superstizioni, o per dir meglio stregonerie, le quali, se ben mi ricordo, consistono principalmente nella Capiromanzia, che fa veder la persona nello specchio, e nella Coschinomanzia, che indovina per via d’un crivello.
Ottavio. Oh diacine! Che sento mai? Tu ne sei molto meglio informata di me!
Rosaura. Oh, signore, fra voi ed io faremo1 delle belle cose2.
- ↑ Bettin.: faressimo; Paper.: faremmo.
- ↑ Segue nelle edd. Bettinelli, Paperini, Savioli ecc.: «Ott. Deb, per amor del Cielo, insegnami qualche cosa di più di quello ch’io so. Ros. Certo! che sono pazza io a gettar la fatica con una persona, che non ha alcuna premura per me. Ott. Ma io sono ammogliato. Ros. E per questo non potete avere qualche distinzione per la cameriera? Ott. Io veramente non sono portato a tali galanterie, ma in questa maniera mi obbligherai a volerti bene. Ros. E vostra moglie che direbbe? Ott. Dica ciò che vuole: se tu mi fai guadagnare un terno, ti stimo più di mia moglie, di mia madre, di mio padre, e di tutto l'universo mondo. Ros. E poi, guadagnato il terno,