Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/49


19

Moglie, allora quando il buon vecchio sorprende all’osteria Pasqualino. Di là in poi non mi condusse in pratica che da vecchi ammalati, informandosi prima se vi era gioventù in casa pericolosa. Ciò mi rese ancor più nojosa la medicina, e tutte le osservazioni che io faceva, non erano che una continua critica sull’incertezza dei mali, sulla vanità dei pronostici e spesse volte sull’inutilità dei medicamenti.

Se mi accadeva sentir de’ consulti in luogo di riflettere alle Dottrine1, agli argomenti, alle ragioni de’ consultanti, non facea che badare alle loro varie caricature, allo studio ch’essi faceano de’ loro Grecismi, e talvolta alla manifesta impostura de’ loro vani suggerimenti. Non ho però perduto il mio tempo, poichè qualche cosa mi è restata nella fantasia impressa, ed ho avuto occasion di valermene posteriormente in alcuna delle mie Commedie. Questo abito di osservare e di rifflettere e di ritenere l’ho fatto senza avvedermene, ed è un effetto del genio Comico, che non si acquista coll’arte, ma proviene dalla natura.

Durai circa due anni a secondar mio Padre in tale esercizio, finchè giunto il tempo di passare al divisato Collegio, cambiai l’arte medica nello studio legale, come mi riserbo a dire nella Prefazione del Tomo sesto.


L’AU-

  1. Nel testo leggesi: Doctrine. — Ed.