Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/455


LA BANCAROTTA 401


Pantalone. Xela stracca?

Graziosa. Gnor no.

Pantalone. No la sa dir altro che gnor sì e gnor no?

Graziosa. Gnor sì.

Pantalone. Via donca, che la diga qualcossa de bello.

Graziosa. Gnor sì.

Pantalone. Vorla che la vegna trovar a casa.

Graziosa. Gnor no.

Pantalone. No la gh’ha reloggio?

Graziosa. Gnor no.

Pantalone. Toravela questo, se ghe lo dasse? (le mostra il suo orologio)

Graziosa. Gnor sì. (con allegria)

Pantalone. Gnor no. (mette via l’orologio)

Graziosa. (Piange).

Pantalone. La pianze? Per cossa pianzela?

Graziosa. No lso. (piangendo)

Pantalone. Voravela sto reloggio?

Graziosa. Gnor sì.

Pantalone. Se ghelo darò, me vorala ben?

Graziosa. Gnor no.

Pantalone. Mo sarave ben minchion, se ghe lo dasse.

SCENA VI.

Margone e detti.

Marcone. Eccomi di ritorno.

Pantalone. Compare, vu m’ave mena una zoggia.

Marcone. Ah, che ne dite?

Pantalone. Gnor sì, gnor no, a tutto pasto.

Marcone. Signora Graziosa.

Graziosa. Gnor.

Marcone. Vi pare che il signor Pantalone sia una persona di merito?

Graziosa. Nol so.

Pantalone. Caro vu, feme un servizio, menela de là in portego, che debotto la me fa vegnir mal.