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374 ATTO SECONDO


Silvio. Se ho riputazione! Ad un par mio si dice se ha riputazione? Non so chi mi tenga, che non vi lasci una memoria sul viso...

Leandro. Così si tratta coi galantuomini?...

Silvio. Che galantuomini? Mercantuccio fallito.

SCENA III.

Pantalone e detti.

Pantalone. Coss’è sto strepito?

Leandro. Il signor conte...

Silvio. Vostro figliuolo è temerario a tal segno, che mi ha perduto di rispetto.

Leandro. Ha preso ventidue braccia di Peruviana... Trattenetevi, signor padre, in bottega, che a costo di tutto voglio ricuperarla. (parte)

SCENA IV.

Pantalone ed il conte Silvio.

Silvio. (Vada pure. Di Brighella posso fidarmi). (da sè)

Pantalone. Cossa vol dir, sior conte, invece de pagarme el debito vecchio, la vien a far un debito novo?

Silvio. Ho detto a vostro figliuolo che venga oggi da me, che sarà pagato. Che impertinenza è questa di voler diffidare per poche ore?

Pantalone. Mio fio no xe patron de disponer, e se la vuol qualcossa, che la parla con mi.

Silvio. Con voi ho da parlare? credete forse che io non sappia che voi nel negozio non c’entrate più nè poco, nè molto?

Pantalone. Mi no gh’intro? Cossa songio mi?

Silvio. Siete un fallito.

Pantalone. Sior conte, mi no me voggio scaldar el sangue, perchè i mi interessi presentemente vuol che gh’abbia pazenzia,