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LA BANCAROTTA 363


Dottore. Salutateli con cortesia. Parlate con essi loro delle novità, delle guerre, e non parlate mai d’interessi.

Pantalone. E se lori me intrasse in sto articolo?

Dottore. Dite che parlino col vostro Procuratore.

Pantalone. E se qualcun me rompesse el muso?

Dottore. Tanto meglio per voi; con quello avreste saldato il conto.

Pantalone. Basta, mi varderò de schivar sta bona fortuna. Ve raccomando de farme aver presto el salvocondotto, perchè me preme de camminar.

Dottore. Camminerete liberamente. Ma badate non abusarvi del bene che vi si procura. Sopra tutto ricordatevi di star lontano dalle donne.

Pantalone. Donne mi no ghe n’ho mai praticà.

Dottore. So tutto, e potrei su tal proposito mortificarvi, ma non voglio farlo, per non accrescervi dispiaceri. Ho una lettera assai curiosa per disingannarvi.

Pantalone. Una lettera? Lassemela veder.

Dottore. La leggeremo poi questa sera con comodo, con riflesso. Per ora è meglio badare a sollecitar quel che preme.

Pantalone. Sì, caro amigo, andè, fe presto, me raccomando alla vostra bontà.

Dottore. Forti nel proposito.

Pantalone. No gh’è pericolo.

Dottore. Mai più giuoco.

Pantalone. Mai più.

Dottore. Mai più donne.

Pantalone. Mai più.

Dottore. Bravo! Così mi piace. Sincerità, costanza ed onoratezza. (parte)

SCENA XIV.

Pantalone solo.

El gh’ha una lettera? De chi mai? Una lettera per disingannarme? De siora Clarice no crederave; so che la me vol ben, son seguro che l’averà sentio con dolor le mie desgrazie, che