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LA BANCAROTTA 361


possibile, ma prima di tutto mi avete a promettere di osservare i patti che fra di noi si faranno.

Pantalone. Caro compare Dottor, comandè; son in te le vostre man. Farò tutto quel che volè.

Dottore. Promettetemi di non giuocare, di non scialacquare, di lasciar stare le male pratiche.

Pantalone. Sì, tutto, no ve indubitè. Se me remetto, vedarè se farò pulito.

Dottore. Sentite dunque quel che ho fatto e quel che sono per fare. In primis et ante omnia, benchè vostra moglie non sappia niente, ho incamminata in nome suo un’assicurazione di dote per la somma di seimila ducati, e ho fatto bollare tutti quei pochi generi di mercanzia che vi sono restati, e i mobili della casa, ed i libri del negozio per la ragione dei crediti, ed ho ordinato il sequestro per i beni stabili ipotecati. Inoltre ho incamminato ai fòri competenti la causa del pagamento della dote materna in favore del signor Leandro vostro figliuolo, come erede della madre e vostra prima consorte, ascendente il credito a diecimila ducati; onde con queste due azioni anteriori e privilegiate si viene a coprire un capitale di sedicimila ducati, sui quali i creditori non possono avere azione veruna.

Pantalone. Fin qua va ben, e sta cossa l’aveva prevista anca mi, ma ghe trovo dei radeghi che me dà da pensar.

Dottore. Proponete le difficoltà, e vedrete se tutte le saprò sciogliere.

Pantalone. Prima de tutto mi sarò sempre falio, soggetto a esser messo in preson e no poderò camminar.

Dottore. A questo si è provveduto. Si chiamerà il consorzio dei creditori, per formare la graduatoria col bilancio dei debiti e dei crediti e dei capitali, detractis detrahendis; avremo un salvocondotto in pendenza di tal giudizio. Poi si farà l’esibizione di un trenta o di un quaranta per cento ai creditori, da pagarsi a tempo; procureremo di pagare la prima rata, è poi siccome è il solito di simili aggiustamenti, sarà facile tirar di lungo, senza che più se ne parli.

Pantalone. El remedio no xe cattivo. Ma considero, caro Dottor,