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e difensore insieme contro i critici, o mal persuasi, o male inclinati. Ciò inteso con mio diletto, e non senza una ragionevole vanità, cercai di essere più minutamente informato intorno alla persona che di tanto volle onorarmi. Non erami ignoto l’illustre nome della Famiglia de’ Castracani, reso assai più glorioso dal rinomato Castruccio Lucchese, il quale nell’anno 1313, favorendo la fazione de’ Gibellini contro quella de’ Guelfi, si rese padrone di Lucca e di Pistoja, e n’ebbe l’investitura con titolo di Duchea da Luigi IV Duca di Baviera ed Imperatore, onorato altresì dell’illustre grado di Senatore Romano. Era egli pure (siccome abbiamo dal Sabellico, dal Machiavelli, e più elegantemente da Aldo Manuzio) della Famiglia antichissima degli Antelminelli, e Voi traete da lui direttamente l’origine, per uno de’ quattro Figliuoli maschi rimasti dopo di esso, e per le guerre della Toscana, e per le varie peripezie di quel secolo, trapiantati altrove in progresso di tempo, onde in Fano, città preclara e antichissima, è annoverata la Vostra Casa fra le più nobili e le più rinomate. L’illustre ed egregio Genitore Vostro, il quale portando il nome venerabile di Castruccio, conserva nella Famiglia la memoria di un sì grande antenato, ha uniti ai fregi del proprio sangue quelli non meno chiari e sublimi della Romana stirpe Capranica, legandosi in matrimonio colla Nobilissima Dama la Signora Contessa Donna Lucrezia Capranica, la quale, se fu involata al mondo con universale cordoglio nel fiore degli anni suoi, lasciò di sè gloriosa memoria, registrata e nelle stampe, e nei bronzi, e in Voi Signore, principalmente, degno Figliuolo di una sì saggia, di una sì amabile Genitrice. In fatti cercando io avidamente dalle persone che vi conoscono il carattere Vostro particolare, e quali sieno le virtù che Vi adornano, tante me ne furono in vantaggio Vostro descritte, e sì ammirabile ritratto di Voi mi fecero e lingue e penne rispettabili, ingenue, che mi hanno colmato di maraviglia e di consolazione insieme. Chi mi dipinse la Vostra persona gentile, amabile nel conversare; chi l'animo Vostro mi appalesò alla pietà, alla cortesia inclinato; chi della Vostra erudizione parlando, mi assicurò che nell' età giovanile in cui Vi trovate, numerosissime sono le scienze che pos-