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ALL’ILLUSTRISSIMO ED ERUDITISSIMO

SIGNOR CONTE

ANGIOLO ANTELMINELLI

CASTRACANI

PATRIZIO FANESE.


S

I maraviglierà con ragione l’Illustrissimo ed eruditissimo Signor Conte Angiolo Antelminelli, veggendo il nome suo in fronte di una delle mie Commedie, ma allora quando si compiaccia udir la ragione che mi ha indotto ad arrogarmi un tale arbitrio, spero troverà egli l’ardir mio degno di perdono e di scusa. Da che col mezzo delle stampe sparse si sono le opere mie per l’Italia principalmente, molte persone, ch’io non conosco se non per fama, e che non conoscono me che per la lettura delle Commedie date alla luce, mi hanno voluto onorare della loro protezione e della loro amicizia, scrivendomi lettere di cortesia e di gentilezza ripiene, delle quali non iscarsa copia fra le carissime cose conservo. Altri, che non hanno pensato ad onorarmi in tal modo, non lasciarono non pertanto di farmi penetrare l’inclinazione del loro animo verso di me, perchè l’approvazione ch’essi accordar si degnano alle povere mie fatiche, valesse a rendermi vie più consolato. Non cesserò mai per questo di ringraziare il mio carissimo signor Abbate Giovan Vespasiano Paperini di Firenze, il quale fra le cento prove datemi di buona amicizia, questa vi aggiunse, partecipandomi in gentil modo che Voi, Illustrissimo Signor Conte, non solo siete uno degli associati alla edizione delle Opere mie, ma un costante protettore di esse,