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Avventure del celebre Avvocato Carlo Goldoni, così si legge, dopo il matrimonio del commediografo (1736):
«... In Patria giunto
Il Goldoni colla Sposa, per la prima urgente cosa
Applicossi alla maniera, per sussister la più vera,
Con studiar la economia, benchè questa stata sia,
Vaglia il ver, l’ultima cura della sua gioial natura,
Stato essendo allegramente sì in Levante che in Ponente,
Senza un minimo riguardo, qual economo infingardo,
Alla infertile sua entrata. Sempre mai dalla brigata
Degli amici a tutta possa ei si è fatto spolpar l’ossa;
E per quanto abbia studiato moderar l’accostumato
Natural prodigo stile, nello spendere mai vile
Egli è stato, anzi corrente, come un Cesare opulente.»
Citazione lunga, che degna trovò dei lettori, fin da que’ tempi, la Biblioteca moderna (t. III, 1765, n. 51).
Il Prodigo fu stampato la prima volta nel t. X (1757) dell'ed. Paperini di Firenze, subito dopo l’Uomo di mondo, al quale seguì, fedele compagno, in tutte le ristampe nominate a pag. 237: solo fu separato nelle edd. Zatta (cl. 2, t. III, 1790) e Garbo (t. XIII, 1797), e in quelle di Livorno e Lucca. Il pantalone Collinetti o Golinetti, chiamato anche Bruna, che fu il primo interprete di Momolo sulla Brenta, si spacciò, o fu creduto dal Bartoli (Notizie istoriche de’ Comici Italiani ecc., Padova, 1782, t. I: v. poi Rasi, I comici italiani, Firenze, vol. I, 1897), inventore della commedia, tanto l’amava e tanti applausi vi raccoglieva. Maggior onore toccò al presente componimento nell’estate del 1754, quando Carlo Goldoni, essendo ospite a Bagnoli (Padova) nella villa del patrizio Lodovico Widman, che in appresso ritroveremo, diede a recitare alla nobilissima compagnia lo scenario castigato, e si provò egli stesso nella parte del fattore Trappola, in poche scenette aggiunte a bella posta, improvvisando a gara con Loredana Paola Giovanelli, ossia Colombina: sposa giovinetta in quel medesimo anno di Piero Priuli (n. 1719 nella contrada di S. Polo), a cui il Prodigo fu dedicato. Del primiero carattere di Clarice, mutato poi dall’autore avanti la stampa, resta lievissimo indizio nella sc. 9 dell’atto I: la trasformazione avvenne verisimilmente nel ’54. La fama di altri capolavori goldoniani fece cadere questa commedia quasi in oblio: non riuscì a donarle vigore il bravo capocomico Romagnoli (I teatri, giorn. dramm., Milano, 1827, p. 375); esumata di recente, a pena piacque (Musica e musicisti, Milano 1903, p. 659). Fra i critici, più spesso la ricordò Rabany (C. Goldoni ecc., Paris, 1896, spec. pp. 131 e 134).
La presente ristampa fu condotta, come ben s’intende, sul testo originale dell’edizione paperiniana, posto a confronto con le edizioni posteriori. Valgono le osservazioni fatte per la commedia precedente.
G. O.