Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
9 |
L’AUTORE
A CHI LEGGE.
(Tomo III)
ANTIPORTA, o sia Frontispizio istoriato, che precede il presente Tomo, rappresenta un Teatro coll’orchestra fornita de’ Suonatori, ed una figura di Giovanetto in abito femminile, in atto di recitare il Prologo della Commedia. Questi è Goldoni, che in età di anni dodici, in compagnia di persone oneste e civili, in una casa di Galant’uomini, si espose per la prima volta in Perugia al prediletto esercizio delle Comiche Rappresentazioni.
Confesso il vero, piacer più grande io non aveva di questo. Supplito al debito della Scuola e faticato bastantemente per mantenere la mia Bandiera, tutti i miei respiri erano da me sagrificati al Teatro. Non so s’io abbia sollecitato i compagni o se da essi sia stato graziosamente invitato, so che fu promossa una recita e ch’io fui scelto per sostenere la parte di prima Donna. Grandissimo fu il mio piacere per questo, ma si accrebbe ancor maggiormente allor ch’io seppi che a me riserbato era l’onor del Prologo. Oh, che Prologo maraviglioso, sublime, dato mi fu ad imparare! Che fior di roba! Che sforzo di fantasia secentista!1 Opera egli era del vecchio padron di casa, il quale fatto aveva erigere il palco, e suppliva a tutte le spese per la gloria soltanto di far gustare agli uditori l’esquisito suo stile. Me ne ricordo ancora il principio, e ne vo’ fare un presente al mio cortese Lettore. Ecco com’io parlava al popolo, per conciliarmi la stima, l’ammirazione e l’aggradimento.
Benignissimo Cielo, ai rai del vostro spendidissimo sole eccoci qual farfalle, che spiegando le debol’ali de’ nostri concetti, portiamo a sì bel lume il volo. Deh, scintillando le tremule faville della grazia vostra, non permettete, che cadano incenerite le molli piume della nostra ignoranza, ma contraponendo al foco del vostro
talento |
- ↑ Nel testo: seccentista. - Ed.