Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/227


L'UOMO DI MONDO 173


Silvio. Dite bene, signore. Questa volta ci sono inciampato. Per altro i trenta zecchini li troverò, e voi non resterete....

Momolo. No la se metta in pena per questo. La se comoda, che no m’importa a sborsarli mi, e la me li darà co la poderà. Cossa gh’ha nome sta zentildonnaa? (verso Beatrice)

Beatrice. Beatrice, per servirla.

Momolo. Oh, che bel nome! de che paese?

Beatrice. Romana, ai suoi comandi.

Momolo. Molto compita. Xeli vegnui per star un pezzo a Venezia?

Silvio. Avevo idea di trattenermivi il carnovale.

Beatrice. Ma se i danari li perde al gioco, abbiamo finito di divertirci.

Momolo. No la se toga pena per questo. Finalmente la perdita no xe granda, e a Venezia se se pol devertir col poco e co l’assae. E pò, se le se degnerà de lassarse servir, le troverà in mi un bon amigo e un so umilissimo servitor.

Beatrice. (Pare un galantuomo a vederlo, ma mi spaventa l’esempio di quell’altro).

Silvio. Vorrei vedere il mercante, sopra di cui ho la cambiale ad uso. Voi lo conoscerete.

Momolo. No vorla? Son del mistier cuica mi. La me diga el nome.

Silvio. Ho la lettera nel baule, or ora la ritroverò.

Momolo. La vaga a torla, che ghe saverò dir.

Silvio. Eh, vi è tempo. Goderò per ora la vostra compagnia.

Momolo. Da qua un’ora i marcanti i se trova tutti a Rialto. La vaga a trovar la lettera. (Vorave che el dasse liogob sto sior). (da sè)

Silvio. Vado subito, ed ora tomo. (parte)

Momolo. Che la se comoda pur. La diga, signora, xela più stada a Venezia? (a Beatrice)

Beatrice. Non signore, questa è la prima volta.

Momolo. La vederà un paese, che ghe piaserà. Ma per cognosserlo sto paese, bisogna praticarlo. La troverà una cortesia in tutti, che xe nostra particolar. Le donne specialmente qua le

  1. Termine di civiltà in questo caso.
  2. Che si allontanasse.