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164 | ATTO PRIMO |
Ludro. Dove l’hala tolta?
Silvio. Poco lontano. Sul finir della laguna, venendo col procaccio, presi la gondola, come vidi fare da molti altri.
Ludro. La lassa far a mi. La me daga mezzo filippo, e pagherò mi ogni cossa.
Silvio. Ecco mezzo filippo. Ma voi chi siete, signore?
Ludro. Son un galantomo che ha viazà el mondo, e per i forestieri m’impegno con dell’amor, con della premura. De che paese xela, signor?
Silvio. Sono di un paese poco lontano di Roma.
Ludro. Xela più stada a Venezia?
Silvio. No, questa è la prima volta. Ho promesso a mia moglie di farle veder Venezia, e son venuto per passarvi tutto il restante del carnovale.
Ludro. Hali amici in sto paese? conossela1 nissun?
Silvio. Conosco un certo dottore Lombardi bolognese, che ho veduto in Roma, e so essersi accasato in Venezia; ma son degli anni che non lo vedo.
Ludro. Basta, se la mia servitù ghe gradisse, me esebisso servirla in tutto e per tutto.
Silvio. Mi sarà cara la vostra assistenza perchè non ho pratica alcuna nè del paese, nè del costume.
Ludro. La lassa far a mi, che ghe darò un’ottima direzion per spender poco e star ben. Se l’ha da far spese, provision, o altro, no la se fida de nissun, la se riporta a mi.
Silvio. Così farò, dipenderò dai vostri buoni consigli. (Mi pare un galantuomo, e poi starò a vedere come si porta). (da sè)
Ludro. No la lassa sola la so signora consorte.
Silvio. Andiamo a vedere l’appartamento.
Ludro. La resta servida. Aspetto sti omeni per pagarli, e subito son da ela.
Silvio. Il vostro nome?
Ludro. Ludro, per servirla.
Silvio. Signor Ludro, vi riverisco. (entra nella locanda)
- ↑ E. Zatta: conosseli.