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quegli attributi, che hanno loro i Poeti accordati, mi apersi un largo campo per parlare del Principe, che vi dovea intervenire. Niuno poteva accorgersi di tal lavoro, e avrebbero tutti giurato che parole e musica, tutt’era nuovo. Il Maestro di Cappella restò stordito egli stesso, quando vide la sua Musica trasportata sopra un nuovo Soggetto, senza aversi da incomodare a cangiar la menoma cosa, trovando non solo la misura ben conservata; ma le lunghe e le brevi, e gli accenti e i respiri, e tutto finalmente a suo luogo.

Io aveva fatto altre volte un simil lavoro per mascherare qualche Aria vecchia, in grazia di qualche Cantante o di qualche Compositore; ma non l’aveva mai fatto per li recitativi, che sono ancora più difficili a trasportare. In fine la cosa riuscì a comune soddisfazione; il divertimento comparve nuovo; il Principe lo aggradì; il Pubblico lo ammirò; ed io mi confermai sempre più nel credere, che l’uomo coll’ingegno e colla pazienza fa tutto quello che vuole.


L’AU-